La gioventù
Primi anni
Giuseppe Lazzati nasce a Milano il 22 giugno 1909
ed è il quarto degli otto figli di Carlo Lazzati, negoziante di alimentari e Angela Mezzanotte.
Riceve il Battesimo il 25 giugno nella chiesa di S. Gottardo al Corso,
la famiglia risiedeva nel quartiere di Porta Ticinese in una casa che si affaccia sulla darsena del Naviglio.
Inizia le scuole elementari nel 1915 presso l'Istituto "Vittoria Colonna"
ma tre anni dopo deve trasferirsi con la famiglia ad Alassio per favorire la guarigione del padre,
che aveva contratto la tubercolosi polmonare durante la guerra;
nella città ligure Lazzati frequenta la quarta elementare e la prima ginnasio.
Nel 1920 i Lazzati ritornano a Milano e Giuseppe prosegue gli studi frequentando il ginnasio-liceo "Cesare Beccaria" , distinguendosi specialmente in latino e greco.
Seguendo la tradizione delle famiglie milanesi di forte ispirazione religiosa, la madre di Lazzati iscrive il figlio all’Associazione studentesca "Santo Stanislao",
diretta dal fondatore monsignor Luigi Testa, perchè possa completare la propria formazione spirituale.
L'esperienza associativa avrebbe lasciato in Lazzati un segno profondo e permanente grazie anche all'incontro con
un sacerdote che possedeva uno straordinario carisma e una grande capacità educativa: don Ettore Pozzoni, catechista presso l'Associazione.
Scelte decisive
Uno degli appuntamenti fondamentali per la «Santo Stanislao» è l’annuale corso di Esercizi spirituali, Lazzati vi partecipa per la prima volta a tredici anni.
Particolarmente rilevanti sono quelli del 1928,
durante quel corso, Lazzati rimane profondamente impressionato dalla biografia scritta dal salesiano Don Cojazzi sulla figura di Piergiorgio Frassati, il giovane torinese morto nel 1925.
Sul suo esempio, assume un preciso programma di vita: «Voglio ritornare colla volontà decisa al compimento assiduo del proprio dovere giornaliero, ad agire indipendentemente dalla approvazione o disapprovazione del mondo ma unicamente per il fine di compiere la volontà di Dio,
pronto a qualunque opera di bene, portando in mezzo a tutti, senza ostentazione sciocca, ma pure senza vani riguardi o rispetti umani la professione leale e schietta della religione».
La sua scelta di vita si delinea più nettamente durante gli Esercizi del maggio 1931: «Ho scelto come mio stato la vita del celibato. Sento in ogni momento la grandezza e la sublimità di questa grazia di Dio giacché, grazie alla castità, potrò unirmi più a Lui, cui consacro anima e corpo ed esercitare apostolato più largo ed efficace. Debbo però ricordare che su tale via si deve camminare nella preghiera continua e nel sacrificio.
M’assista la grazia di Dio e la Mamma celeste».
Conseguenza di tale passo fu l'adesione al Sodalizio dei Missionari della Regalità di Cristo, fondato da padre Agostino Gemelli nel 1928 e nel quale i laici consacrati erano chiamati ad una intensa vita spirituale al fine di condurre un efficace impegno apostolico.
Nel 1931, sotto la guida del prof. Ubaldi, Lazzati si laureò in letteratura cristiana antica con una tesi su Teofilo,
vescovo di Alessandria d'Egitto dal 385 al 412 d.C.
La ricerca che ebbe a svolgere per la circostanza, pubblicata da Vita e Pensiero nel 1935 *,
gli forniva l'occasione di analizzare il conflitto apertosi
tra Teofilo, il prototipo del vescovo politico e Giovanni Crisostomo, il vescovo di Bisanzio tutto dedito alla cura e alla salvaguardia delle anime.
E' dunque molto verosimile che dallo studio del vescovo di Alessandria, Lazzati fu sollecitato a riflettere su uno dei nodi
che sarebbero rimasti al centro delle sue preoccupazioni: il problema della non facile composizione fra vita religiosa e vita politica.
* Giuseppe Lazzati, Teofilo d'Alessandria, Vita e Pensiero