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Giulio Didoni

Giulio Didoni

Sesto S.Giovanni (MI) 19 novembre 1912 – 1949 – Erba 7 luglio 1987

Improvvisamente Giulio è stato chiamato alla Casa del Padre, durante gli Esercizi Spirituali, all'Eremo di San Salvatore, il luogo dove Giulio ha maturato la sua santità.
Apprese dal padre, mentre ancora frequentava le scuole, il mestiere di tornitore e al termine dello studio, iniziò con queste mansioni il suo lavoro presso l'azienda Ercole Marelli, nella quale lavorò fino alla pensione.
In azienda esisteva un fondo di assistenza alimentato in gran parte dalla azienda ma, con una gestione discutibile: disordine amministrativo, forte clientelismo, erogazioni non motivate dal bisogno ma dal colore politico prevalente. Giulio seppe così bene equilibrare la situazione che divenne ben presto il responsabile della gestione del fondo, ispirando la sua azione a criteri di giustizia e come risposta ai bisogni autentici. E non si trattava solo di soldi, ma di farsi carico della situazione dei più poveri, spesso più bisognosi di amicizia che di denaro. Era, come si dice oggi, un uomo al di sopra delle parti, ricco d'intuizioni e largo di cuore. È significativo, a riguardo, il giudizio positivo del suo operato espresso anche da parte di chi militava in altro campo, nonostante il clima infuocato che caratterizzava a quei tempi la fabbrica.
All'interno della fabbrica non mancò mai di essere vicino ai più bisognosi anche tramite la S.Vincenzo e la Caritas.
Con il suo esemplare impegno lavorativo, si meritò due prestigiose onorificenze: quella di Cavaliere al Merito della Repubblica e di Maestro del Lavoro.
Uno di quelli nell'Istituto che parla poco, ma fa, prega, è presente con impegno, con amore, come un fratello.
Giulio non trascurava di essere aggiornato e lo chiedeva con gentilezza, era cortese, attento, discreto e ti guardava con due occhi miti dai quali traspariva la limpidezza dell'anima.
Possiamo pensare che il Signore lo ha chiamato a se nel momento in cui era più disponibile, più pronto. Come Giulio certamente avrebbe voluto, se avesse avuto l'audacia di esprimere al Signore una preferenza, perché lui era uno di quelli che nulla chiedeva se non di servire e ben operare.
Nella sua vita aveva ricoperto l'incarico di presidente nella Azione cattolica e si è speso anche in altre associazioni locali. In virtù di questi molteplici impegni, durante l'omelia il parroco ha detto: "Giulio non è mai stato un disoccupato della carità".

 

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