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Giulio Gatti

Giulio Gatti

Castel San Giovanni (PC) 25 giugno 1950 - 1978 - Carnago (VA) 19 giugno 2014

Giulio è stato un esemplare cristiano anonimo. Per la sua generosa disponibilità a volte ha accettato servizi fastidiosi, da altri rifiutati.
Ha svolto le mansioni di meccanico per 17 anni, dieci dei quali con responsabilità sindacali e 17 anni come capo gestione di Casa Famiglia per anziani a Carnago, della quale fu cofondatore nel 1987.
Fu Consigliere comunale per tre mandati e per uno Assessore nel Comune di Carnago.
Da segnalare il suo impegno nell’UNITALSI fin dal 1973 come barelliere e Presidente della sezione di Carnago.
Furono frequenti i suoi pellegrinaggi a Lourdes, Loreto, Assisi e ad altri santuari Mariani.
Dopo che si ammalò di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Giulio fu costretto a casa e perse progressivamente l’uso delle articolazioni e delle più importanti funzioni vitali, fino a poter comunicare solo con gli occhi.
La sorella Laura, che lo ha assistito con tanta cura in questi anni, ritiene che nel suo ultimo viaggio a Lourdes, due settimane prima della morte, Giulio avesse chiesto al Signore, per intercessione di Maria, di poter essere lasciato andare.
Il suo essere semplice e docile operaio dello Spirito è emerso nella sua operosità e soprattutto durante gli anni della forzata apparente inoperosità per la malattia.
Dagli incontri con Giulio si usciva sempre edificati e aiutati dalla sua serenità e voglia di vivere, pur cosciente della gravità del male che man mano progrediva.
Toccanti e ispirati i suoi brevi scritti con gli occhi sul computer, con il supporto di alcuni programmi, Giulio pregava tanto e offriva le sue sofferenze per le intenzioni che gli erano presentate. In primis per l’Istituto, i suoi aspiranti e le nuove vocazioni all’Istituto.
Nel 2008, aveva scelto come suo motto questa frase: “Signore, aiutami a vivere e offrire le difficoltà della mia salute; testimoniare con serenità il vivere quotidiano”.
Tra le diverse espressioni di cordoglio e riconoscenza che giungono alla sorella, riporto solo quella di un bambino di 9 anni di Lodi, pure malato di “Sla” conosciuto da Giulio a Lourdes: “Addio carissimo amico, mi resterai per sempre nel mio cuore e nella mia mente; so che anche da lassù mi guarderai, mi proteggerai e pregherai per me come hai sempre fatto. Addio, Francesco".
Mi sembra giusto rilevare che Giulio, nella sua forzata impossibilità a partecipare agli incontri comunitari, si sentiva ed era vicinissimo all’Istituto, per il grande rispetto che nutriva per la propria ‘storia’ di vocazione.
Il suo desiderio di percorrere questo cammino comune lo spinse a chiedere ed ottenere di poter partecipare agli Esercizi spirituali all’Eremo San Salvatore.
Le parole di ringraziamento che Giulio esprime al termine del corso di Esercizi nel 2012, danno evidenza della grande felicità che questa possibilità provocò in lui.

Padre Francesco grazie
La mia storia di vocazione è nata in parrocchia a seguito di alcuni incontri con padre Bettan S.J., vocazione ravvivata più tardi dal cardinale Carlo Maria Martini pastore della diocesi di Milano per diversi anni, consolidata da padre Molinari in Terrasanta in una settimana di esercizi itineranti con residenza a Tabga e ora questi giorni qui all'Eremo di San Salvatore sopra Erba con lei padre Francesco, giorni che possono essere il preludio alla conclusione della mia storia terrena, unito a Gesù, il Cristo Re.
Un grande grazie a Dio Padre che ha permesso di realizzare questo mio desiderio, un grazie al padre predicatore Francesco Rossi De Gasperis e ai Gesuiti che sono stati miei accompagnatori nel mio cammino di fede. Grazie a Giorgio Presidente dell'Istituto, grazie ad Antonio coordinatore dell'Eremo e al personale per l'accoglienza e sempre pronti a risolvere qualsiasi problema con attenzione e amore. E grazie a voi fratelli in Cristo, la vostra presenza con il nome, il volto e il vostro corpo, come diceva padre Francesco, manifestano la storia di ciascuno di noi nella sequela di Cristo, rimaniamo in comunione fratelli uniti nella preghiera, Christe Rex adveniat regnum tuum per Mariam.
Un grazie a mia sorella Laura che si è presa cura di me sin dal primo manifestarsi della malattia (sono già 7 anni) e affronta con me le fasi di peggioramento che la SLA comporta, e mi asseconda nei miei desideri. Forse con un po’ di incoscienza ma io le dico che Dio è provvidenza, un grazie a Renzo infermiere amico e fratello che con il suo aiuto e il tempo messo a mia disposizione ho potuto trascorrere questi giorni qui all'eremo. Sono felicissimo grazie a tutti!!

 

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