Amedeo Bianchi

Firenze 22 giugno 1924 – 1951 - Milano 23 marzo 2019
Dopo gli studi in una Scuola Professionale Industriale, successivamente segue i corsi di specializzazione in elettrotecnica e radiotecnica, Amedeo è sempre stato appassionato del suo lavoro, preciso e meticoloso. Qualcuno ha ricordato come l’ambito professionale per Amedeo sia stato il luogo dove si è ben distinta la sua secolarità; persona decisa e risoluta, arguta e interessata alle cose, si definiva “ingegnere apprendista”. Questo per significare la sua passione per il lavoro, la ricerca e il desiderio di imparare cose nuove; pur avanti nell’età non aveva difficoltà ad utilizzare i nuovi strumenti tecnologici.
Non sono mancati per Amedeo gli impegni sociali e politici, come consigliere del Circolo ACLI (Associazione Cristiana lavoratori Italiani) di Locate Varesino ed anche come assessore nello stesso comune. Numerosi sono stati anche gli impegni nell’ambito ecclesiale, associativo, a diversi livelli, e parrocchiale. Un amico della parrocchia ha ricordato lo spirito di evangelizzazione di Amedeo, all’inizio degli anni ’60, nel costituire i primi gruppi del vangelo, per facilitare l’accostamento dei laici alla sacra scrittura. Come pure la sua tensione e tenacia nel far conoscere i documenti del Concilio Vaticano II per la promozione di un laicato consapevole della propria vocazione.
Non meno importante è stata la dedizione che Amedeo ha riservato per l’Istituto: incaricato per la formazione dei giovani, rappresentante legale fino al 1998, segreteria tecnica dal 1996 al 2001. Rilevante è stato il suo impegno anche negli organismi di coordinamento degli Istituti Secolari in ambito diocesano e regionale. Per molti anni ha seguito la rivista “Vita Consacrata in Lombardia”. Le presenze di alcuni Istituti al rito funebre sono state un segno evidente di ringraziamento per il servizio da lui svolto. Ha molto amato l’Istituto e la sua vocazione di consacrato secolare; è sempre stato fedele agli incontri della Comunità, ha sempre desiderato parteciparvi anche quando la sua salute non era perfetta. Alcun scritti evidenziano la sua fedeltà alla preghiera e ad un rapporto veramente aperto, stretto e continuo con chi aveva l'incarico di aiutarlo nel suo cammino vocazionale, condizioni indispensabili per una crescita spirituale e per assumere in modo adeguato le decisioni che la nostra vita richiede; come pure emerge una altrettanta attenzione, cura e vicinanza verso i fratelli che lui stesso ha aiutato.
Sicuramente questa dedizione per la vocazione è da ricondursi all’amore che aveva per il Signore. Per indicare questo primato, il parroco all’inizio del rito funebre, ha ricordato la fedeltà di Amedeo per la visita al Santissimo, ogni pomeriggio alle 16, all’apertura della chiesa. Se la chiesa non era aperta passeggiava all’esterno in attesa. Quando il parroco cercava di dissuaderlo ad andare in chiesa nei periodi freddi, Amedeo rispondeva: “Ma il Signore è il Signore”. Citando Eliseo, che espone la sua richiesta al profeta Elia, il parroco ha esortato tutti i presenti a chiedere “due terzi“ dello Spirito di Amedeo. Raccogliamo anche noi questo invito.